BOROBUDUR, IL PIU’ GRANDE MONUMENTO BUDDHISTA Renzo Freschi

Borobudur, nell’isola di Giava in Indonesia, risale al VIII secolo e fu concepito e progettato come un monumento il cui percorso permettesse idealmente di raggiungere il Nirvana. E’ una struttura colossale di 123 metri per lato e 35 di altezza, composta da una base,  quattro piattaforme quadrate e tre rotonde, degradanti verso la sommità dove è posto uno stupa.

Concepito come una montagna sacra che unisce il cielo e la terra, in pianta ha il disegno di un mandala con quattro porte (una per lato) che ne permettono la salita. Ispirato dalla complessa simbologia del buddhismo mahayana ogni sua parte è regolata da una numerologia basata sui numeri 8. simbolo dell’infinito, 9 che rappresenta la vittoria sul male, e loro multipli. Ad esempio le statue del Budda poste lungo il percorso per raggiungere la cima sono 504 (5+4 = 9) ma diventano 1008 (1+8=9) contando la discesa per tornare al punto di partenza.

Il primo giorno ho solo potuto girare intorno alla base dato che l’accesso alle piattaforme superiori richiedeva una complicata prenotazione. La mancanza del sole oltre al colore scuro della pietra vulcanica con cui è costruito e il complesso mescolarsi di nicchie, statue e cappelle me lo hanno fatto percepire come una forma confusa, indecifrabile, che mi dava un senso di perplessità se non di quasi delusione.

Ma Borobudur non è solo un monumento che rappresenta in senso architettonico il corpo del Buddha è soprattutto un percorso spirituale, un procedere verso una ipotetica maggiore consapevolezza. Così il secondo giorno ho potuto iniziare a salire lentamente lungo le gallerie che conducono alla sommità, rappresentazione simbolica del Nirvana. La straordinaria bellezza dei 2672 rilievi che raccontano la vita dell’Illuminato , la descrizione del  suo peregrinare alla ricerca del distacco da tutto ciò che crea dolore, hanno  sciolto i miei dubbi ma anche la mente e il cuore. Sono affreschi tridimensionali che illustrano la vita di corte e del popolo ma anche i costumi, le piante, i fiori, gli animali  di quell’epoca. I corpi fluidi ed eleganti delle figure, la gioiosa serenità dei volti suscitano un senso di sospesa armonia che penetra il pensiero.

Ho proseguito verso le piattaforme circolari, prive di decorazioni perché simbolo del distacco da tutto ciò che è mondano, dove sono collocate le statue di 72 (7+2=9) Buddha  tutte avvolte da calotte traforate per significare che il corpo fisico dell’Illuminato si sta dissolvendo. Non si può salire sul livello finale dove poggia lo stupa perché il Nirvana si raggiunge con il cuore e non con i passi.Camminare lungo le balaustre, osservare alcuni dei  bassorilievi, cercare di leggerne il significato (magari con l’aiuto di una guida) può essere per alcuni un cammino spirituale ma è sicuramente per tutti una emozionante esperienza estetica.

Renzo Freschi
info@renzofreschi.com
1 Commento
  • Maurizio Caneppele
    Pubblicato alle 10:47h, 16 Settembre Rispondi

    Introduzione “fluida ed elegante” come le figure di Borobudur, foto suggestive, un invito seducente all’approfondimento e ad una visita meditata.

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