
05 Apr Trame Giapponesi
Costumi, Maschere e storie del teatro Nō
di Renzo Freschi
Probabilmente non molti sanno che la prima rappresentazione in Europa del Teatro Nō avvenne a Venezia nel 1954. Dopo quasi settant’anni la città riprende quell’evento con una mostra interamente dedicata a questa famosa rappresentazione teatrale giapponese e ciò non poteva che avvenire al Museo di Arte Orientale di Cà Pesaro la cui importante collezione è dedicata in gran parte all’arte del Giappone del periodo Edo (1603 – 1868).
Marta Boscolo Marchi, curatrice della mostra e direttrice del Museo ha raccolto costumi di scena, maschere, strumenti musicali, stampe, fotografie e video in un evento multimediale che permette di entrare nella più antica forma teatrale del Giappone. Per la prima volta sono esposti tutti i kimono raccolti dal principe Enrico di Borbone Parma durante un viaggio in Giappone e nel sud-est asiatico tra il 1887 e ’89 che sono parte di una vasta collezione del Museo.
Sono esempi della superba e straordinaria tecnica tessile raggiunta da tessitori, ricamatori, tintori giapponesi per conferire all’abito dell’attore l’immagine del personaggio, talvolta divino, che rappresentava. La sala principale dove i kimono sono appesi e si possono sfiorare osservandoli da entrambi i lati ne esalta con grande effetto scenico le forme geometriche, la delicatezza della trama e la ricchezza dei colori.
Nella stessa sala sei maschere teatrali, considerate in Giappone oggetti sacri, introducono ai personaggi del Nō: uomini, donne, guerrieri, figure storiche, esseri dolenti schiacciati dal peso di una vita irrisolta che lo spettatore, grazie all’abilità dell’attore, può proiettare dentro di sé per ricercare, come in un effetto catartico, la possibilità di risolvere i propri nodi esistenziali.
In una seconda sala sono esposte le fotografie di Fabio Massimo Fioravanti che dopo anni di “iniziatica” attesa, nello spirito del Nō e dello Zen, ha ottenuto il raro permesso di fotografare anche la lunga preparazione degli attori e cosa ancora più esclusiva il momento in cui l’attore principale solleva la maschera, la pone sul volto e si guarda allo specchio: il gesto con il quale cui egli abbandona il proprio io per incarnarsi nel personaggio che rappresenta.
Infine il videodocumentario di Giuliano Cammarata e Alessio Nicastro celebra con una intervista che è anche un testamento spirituale, il Maestro Udaka Michishige, uno dei più celebri attori del teatro Nō.
Nelle sale del Museo, aperto ufficialmente nel 1928, sono esposte anche parte della collezione di armi, armature, oggetti e scatole in lacca, dipinti giapponesi oltre a giade e porcellane cinesi e opere dell’arte indonesiana.
Renzo Freschi
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